martedì 18 novembre 2008

I nostri soldi? Alle imprese

Oggi, 18 novembre, durante la seduta del Senato, è stato approvato un emendamento proposto dai deputati del pdl Massimo Baldini Valter Zanetta e Luigi Grillo, riguardante gli articoli 19, 20, 21 e 22 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007 numero 244 (il resoconto della seduta è consultabile all'indirizzo http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/testi/31212_testi.htm).
In sostanza, viene reintrodotta la figura dell'arbitro all'interno delle cause fra ente pubblico e società privata. Ma qual è più precisamente il compito dell'arbitro? E soprattutto, quali sono state le conseguenze le scorse volte in cui questa stessa legge è stata approvata, sempre dal governo Berlusconi?
1) Gli arbitrati sono una strada alternativa a quella della più lenta causa civile, in cui due arbitri (uno nominato dall'accusa, l'altro dalla difesa) si accordano su di un lodo che dovrebbe contenere la soluzione al caso più appropriata.
2) Stando ai dati del presidente dell'Autorità per la vigilanza dei lavori pubblici Luigi Gianpaolino, con questo sistema lo Stato ha perso il 94,6% dei casi in cui è stato coinvolto, a vantaggio delle imprese private, che negli anni in cui la norma è stata attiva hanno intascato ben 715 milioni di euro. E chi ha pagato? Lo Stato, ovvero i contribuenti, quindi noi cittadini. Un'altra 50ina di milioni di euro, poi, sono stati dati (sempre dallo Stato, ci mancherebbe altro) agli stessi arbitri per il loro "eccelso" lavoro.
Ma non è finita qui: questa volta l'emendamento contiene anche una sorta di obbligo nell'uso degli arbitrati: infatti se l'ente pubblico e l'impresa privata non si accorderanno entro un mese, si andrà dritti alla composizione arbitrale senza più passare per le procedure previste nelle scorse leggi. Che motivo avrebbe poi l'impresa, vista la grande possibilità di vittoria (94,6%), di accordarsi prima?
Nessuno, appunto.