L'8 agosto 2008 non verrà ricordato solamente come la data d'inizio delle Olimpiadi di Pechino, probabilmente l'edizione che più di ogni altra ha fatto discutere a causa della mancanza di diritti umani nel regime cinese. L'8 agosto, infatti, sono iniziati gli scontri in Ossezia, provincia separatista autoproclamatasi indipendente dalla Georgia. Rapida la reazione di Mosca, il quale esercito è sceso in campo a fianco degli osseti, respingendo in pochi giorni le forze opposte e invadendo la stessa Georgia, fino ad arrivare a pochi chilometri dalla capitale. Un esercito, quello russo, di 395.000 uomini (contro i 32.000 della Georgia), ha letteralmente annientato le forze georgiche, ree di aver utilizzato il pugno di ferro con i separatisti, i quali però pochi anni fa hanno ricevuto tutti (non a caso...) la cittadinanza russa (e quindi, al momento del bisogno, hanno potuto contare sul potente alleato). A nulla è valsa la richiesta d'aiuto da parte della Georgia alle democrazie occidentali occidentali, USA in primis, a cui si vuole avvicinare (si prenda ad esempio la sua volontà di entrare nella NATO). Un motivo in più, sembrerebbe, ad aver spinto la Russia a reagire in modo così spropositato. Se poi a questo aggiungiamo che la Russia detiene il monopolio dell'approvigionamento energetico in Europa, con l'unica esclusione dell'oleodotto Btc (Baku-Tbilisi-Ceyhan), costruito due anni fa per portare il petrolio dal Mar Caspio fino alla costa turca del Mediterraneo, SENZA passare né per l'Iran né per la Russia, allora il quadro può apparirci maggiormente chiaro, e il pretesto di difendere la popolazione osseta, vittima delle "aggressioni" della Georgia, perde credibilità.
Notizia dell'ultimo minuto: il segretario del consiglio di sicurezza della Georgia annuncia che l'oleodotto Btc è stato bombardato dai russi. Si ignora ancora se sia stato danneggiato o meno.
cvd
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